Ci avviciniamo alle feste natalizie e le pagine dei quotidiani riportano con insistenza in questi giorni le prove di accordo in atto tra amministrazione comunale ed associazioni dei commercianti per l’apertura del centro storico a tutti i veicoli durante questo periodo.
L’infondata equazione più auto –più vendite sta facendo breccia anche sulla nuova giunta, con tutti i rischi che questo comporta, per il messaggio che conseguentemente si vuole fare passare e per le conseguenze sui livelli di inquinamento nella zona più vulnerabile e frequentata della città.Torniamo a ripeterlo: non è con il via libera alle auto nel cuore di Bologna che si risolveranno i problemi di incasso degli esercizi commerciali, le cui difficoltà – che non ci lasciano indifferenti – hanno ragioni ed implicazioni svincolate dalle modalità e dai tempi di accesso alla zona ordinariamente più tutelata dal traffico. Che senso ha far entrare tutti i veicoli senza che ci siano (ed è giusto non ci siano) tanti posti per parcheggiare? Quel che è certo sarà un aumento dei moti parassitari alla ricerca di un punto di arresto, auto in doppia fila, intasamenti negli spazi più angusti e, quindi , una crescita delle emissioni di scarico, un poco salutare aerosol per i numerossimi frequentatori dei portici che non risparmierà gli spazi interni dei negozi.
Vorremmo che dalla giunta e dalle associazioni dei commercianti, di concerto con l’ATC, venisse un segnale finalmente diverso, promuovendo, ad esempio, con alcuni incentivi (il biglietto giornaliero, lo sconto a chi arriva con il biglietto del bus) l’utilizzo dei mezzi pubblici, da potenziare adeguatamente nelle giornate più cruciali per l’afflusso in centro.Solo così si potrà scongiurare l’impennata degli sforamenti dei livelli di polveri fini che,con la complicità di fattori climatici sfavorevoli, potrebbe invertire quella fragile tendenza al calo registratasi negli ultimi due anni e sottolineata di recente molto affrettatamente da più di un amministratore.Confidiamo prevalga la ragionevolezza nell’assunzione di misure così delicate, non si può barattare un’apertura indiscriminata per 15 giorni con una chiusura domenicale nei mesi successivi, che di per sé sarebbe da sottoscrivere.
Vista la rilevanza dei provvedimenti in questione, invitiamo gli amministratori comunali a considerare con attenzione i veri interessi in campo e ad ascoltare realmente al più presto la voce delle associazioni ambientaliste e dei consumatori.