Abbiamo presentato negli scorsi giorni una denuncia alla comunità europea, in merito a presunti inadempimenti del diritto Comunitario per quanto riguarda le procedure per la futura realizzazione del passante Nord di Bologna.
Nella denuncia all’unione europea, sottolineamo che il passante autostradale Nord di Bologna non può essere definito come “potenziamento fuori sede dell’esistente autostrada A14”, ma una vera e propria nuova infrastruttura autostradale. Il progetto risulta quindi in evidente contrasto con la Direttiva europea in materia di concessioni autostradali, poichè dovrebbe essere prevista una gara europea e non un affidamento diretto senza gara.
Inoltre, la decisione del Governo italiano, di cui all’articolo 5 della Legge 164/2014 di prevedere per le concessioni esistenti “modifiche del rapporto concessorio in essere finalizzate a procedure di aggiornamento o revisione anche mediante l’unificazione di tratte interconnesse, contigue ovvero tra loro complementari, ai fini loro gestione unitaria» evidenzia l’intenzione di aggirare le Direttive europee e di consentire adeguamenti che in particolare nelle aree urbane, proprio a partire dal Passante di Bologna, porterebbero a affidamenti senza gara di opere rilevanti.
Già nel 2009, a seguito di un nostro reclamo, la UE aveva dato comunicazione che per assicurare la conformità al diritto comunitario degli appalti pubblici e delle concessioni nel caso di realizzazione del Passante Autostradale di Bologna sarebbe stata necessaria una gara di appalto. All’epoca la procedura d’infrazione fu chiusa dopo che le Autorità italiane si erano impegnate in tal senso. Oggi la situazione non è cambiata rispetto al 2009.
Esprimiamo inoltre apprezzamento per la presa di posizione delle Associazioni agricole, che si sono unite al folto gruppo di cittadini, associazioni e comitati già contrari alla realizzazione del Passante Nord. Opera che Autostrade per l’Italia giudica nei suoi stessi documenti inutile, con “modesti benefici trasportistici attesi per la collettività”, “consistenti impatti territoriali ed ambientali”, e “scarsa sostenibilità dell’analisi costi-benefici”.
Nonostante questo si vogliono utilizzare non meno di 1300 milioni di euro per la sua realizzazione, destinabili ad altro se solo ci fosse la volontà politica di farlo.