Lo scorso Sabato mattina, 25 maggio, al cinema Perla si è tenuto il convegno “Il Don Bosco fa scuola: dalle Basta, il futuro di Bologna!” relativo al progetto Quattrofoglie al parco Don Bosco con ampia partecipazione di pubblico. La sala era carica e ben organizzata dai protagonisti del Comitato Besta coadiuvati dalle associazioni ambientaliste WWF Bologna e Legambiente Bologna, dopo preparativi febbrili e meticolosi all’altezza di esperti gestori di eventi. Davanti all’ingresso si vedevano le copertine dei 42 libri regalati al Sindaco come poi ricorda anche Nino Pizzimenti nel suo intervento come rappresentante di Legambiente Bologna …
Il convegno, che aveva tra gli oltre trecento uditori anche la vicesindaca Emily Clancy ed il consigliere di quartiere Marco Trotta, si è aperto con l’intervento incisivo e distopico di Wu Ming 2, che ha catturato la sala in un ipotetico 2050 in cui gli studiosi della storia recente si interrogavano su cosa fosse successo in quel momento e di come l’Amministrazione comunale nel 2024 avesse cercato di vestire come positiva un’operazione già allora fortemente criticata dalla cittadinanza. Per fortuna la scuola alla fine sopravvisse … com’era, semplicemente ristrutturata!
Si sono poi susseguiti gli interventi altamente qualificati di Paolo Pileri (docente di pianificazione territoriale ambientale al Politecnico di Milano), Vittorio Marletto (ex responsabile osservatorio clima Arpae), Daniele Zanzi (agronomo, consulente di comitati ambientalismi e amministrazioni locali europee), Fausto Bonafede (botanico WWF Bologna) che hanno evidenziato come questa battaglia portata avanti con ammirabile impegno da un gruppo di cittadini che si è spontaneamente costituito in comitato, sia un esempio da cui partire per chiedere a gran voce un cambio di passo nell’attenzione all’ambiente perchè l’ambiente è vita … la vita di tutti.
Pileri ha raccontato il valore del suolo, la potenza della biodiversità, per riparare all’inquinamento dell’aria che respiriamo ma non solo. Zanzi ha completato questo quadro evidenziando il valore degli alberi per la vita, con la loro capacità di protezione termica delle aree sottostanti e di assorbire grandi quantità di co2 … a patto di essere rispettati dall’uomo; l’equazione due alberelli nuovi in cambio di un albero di età avanzata e grandi dimensioni è ben lontana dall’avere un senso scientifico. Il fisico Marletto ha ricordato la tendenza decisa di crescita della temperatura che si rileva ormai da diversi anni e cosa questa comporta. Già da tempo il comune di Bologna si è dotato di un piano di contrasto alla crisi climatica. Cosa dice? “Una delle strategie principali per cercare di limitare l’incremento della temperatura in area urbana riguarda l’aumento diffuso delle superfici verdi estese … Gli effetti positivi sul microclima di aree verdi sono ormai ampiamente documentati”. Quindi è giusto ridurre i parchi e tagliare gli alberi? Marletto confida infine “Sono anche un residente di questo quartiere e sono sbalordito da quanto vedo succedere sotto ai miei occhi”
“Continueremo a sostenere il comitato Besta perché c’è una visione generale”, assicura a sua volta Fausto Bonafede del Wwf.
Presenti anche altri comitati, che “stanno nascendo come funghi”, come viene detto dal palco: da quello di Bertalia-Lazzaretto a quello dei Prati Caprara, uniti dal timore che Bologna si trasformi “dalla città più progressista d’Italia alla più disperata del mondo” a causa di progetti che prevendono potature di alberi e cementificazione di suolo.
La disamina tecnica del progetto di Legambiente Bologna
No allo spostamento Besta_pubbl
Le voci del Comitato Besta alla conferenza
“Abbiamo raccolto quasi 7.000 firme e il sindaco di questa città ha detto che è interessante ma non rilevante. Dobbiamo stare lì 24 ore al giorno, sette giorni su sette, perchè altrimenti arrivano con le ruspe a sgomberarci”.
«L’intenzione del comune sul progetto Besta è sbagliato, costoso, dannoso ed imposto contro la volontà dei cittadini. All’interno del convegno vi presenteremo il nostro progetto sulla scuola, più efficiente in termini di risparmio e più adeguata in termini di attività didattica. Una cosa di cui non si parla molto è quanto il cantiere renderà difficile la continuità scolastica. Viene fuori un quadro molto allarmante dai documenti del progetto Quattrofoglie: si evincono errori e problematicità, per esempio è interessante notare che, mentre i documenti del Comune dicono il contrario, le Besta non sono mai state chiuse per il sisma del 2012 tranne per i due giorni di routine e controllo come tutte le scuole. Inoltre, non sono state costruite negli anni Settanta ma durante gli Ottanta»
«Nessuno era al corrente di ciò che stava per accadere al parco Don Bosco, neanche gli operatori volontari che lavoravano ogni giorno sulla manutenzione del parco. Che tipo di confronto è? I percorsi partecipativi devono essere seri. Noi rimaniamo disponibili ma solo se il confronto è serio e parte dalla volontà di cambiare il progetto»
«Ciò che irrita l’amministrazione è il rifiuto dei contentini che ci vengono offerti come compensazione. E chi evoca la Val di Susa ci fa un gran complimento»